Lodovico Trinciapane – Il Pellegrino

Posted on

Viaggiare nel medioevo non è semplice; la carenza di vie di comunicazione terrestri efficienti, la distanza tra un centro abitato e l’altro e la presenza di fuorilegge sui tratti più isolati rendono gli spostamenti pericolosi e pertanto è consigliato viaggiare in gruppo e con delle motivazioni ben precise.

C’è chi viaggia per commercio, chi per raggiungere dei parenti o nelle “migrazioni stagionali” per lavorare come bracciante; il pellegrino viaggia invece per fede. È un personaggio che per penitenza, per semplice devozione, per tenere fede a un voto, per chiedere una grazia per sè o, talvolta, per conto di un terzo che non può mettersi in viaggio, decide di mettersi in cammino verso un luogo sacro o uno dei grandi santuari dell’europa medievale, come il santuario di Santiago di Compostela in Spagna, Roma o la Terrasanta. Autori famosi trattano nelle loro opere del pellegrinaggio, tra questi Dante e l’inglese Jeoffrey Chaucer, ricordato per i suoi Racconti di Canterbury.

Lodovico Trinciapane nasce a Sarzana nel 1370, figlio primogenito di Lorenzo Trinciapane, falegname di fiducia del vescovo domenicano Bernabò Griffi. All’età di sedici anni eredita l’attività del padre, che per una malattia non riesce più ad adoperare le mani nei mesi freddi, riuscendo però a riprendere il lavoro quando il clima si fa più mite. Lodovico, per rendere grazie a Dio della grazia ricevuta dal padre, e nella speranza che la malattia pian piano se ne vada, ogni anno parte in pellegrinaggio verso Roma o Santiago, facendo ogni volta tappa in santuari sempre diversi dei quali ha sentito parlare nei viaggi precedenti. Nei suoi viaggi raccoglie storie, personaggi, mode e giochi dei luoghi da lui visitati, dai quali trae poi ispirazione per le sue creazioni. Oggi lo possiamo trovare nel suo laboratorio, maniche rimboccate, polvere e trucioli di legno, o su qualche strada col suo fido bordone d’alloro, le calzabraghe rattoppate e il vecchio mantello nel vento, o ancora mentre trova ristoro seduto in qualche taverna, a raccontare storie o giocare con gli avventori, fratelli e sorelle attorno al calore del focolare.

BIBLIOGRAFIA

  • Ohler N. Vita pericolosa dei pellegrini nel Medioevo. Sulle tracce degli uomini che viaggiano nel nome di Dio, Norbert Ohler, Piemme (31 ottobre 1996)
  • Le Goff J., l’uomo medievale, Laterza (2006)
  • Zanini E., Il labirinto dei giochi perduti. Giochi da tavolo dal mondo antico al medioevo (2012)
  • Zanini E., La preziosa concessione: Da boschi e foreste le materie prime necessarie allo sviluppo urbano medievale
  • Zanini E., L’arte del legno tra Medioevo e Rinascimento: Tecniche e segreti nelle botteghe dei falegnami
  • Le Goff J., L’immaginario medievale, Laterza (1988)