Progetto Lutegerus

Intorno all’anno 1330 d.C., un prete della Germania centrale, forse di nome Lutegerus, realizzò un’opera di altissima innovazione, probabilmente una delle prime di questo genere: un ‘manuale’ illustrato e scritto in latino (la lingua della cultura alta) riguardante l’arte del combattimento, e più specificatamente il combattimento con spada e brocchiere (un piccolo scudo circolare, di circa 30 cm di diametro, diffusissimo in tutta l’Europa medievale in ambito sia militare che civile). Questo manuale — che eleva la pratica concreta della scherma (e più generalmente del combattimento) a vera e propria forma di conoscenza teorica razionale, degna di essere messa per iscritto in un latino scolastico o persino ‘universitario’ — è giunto fino a noi in un’unica copia manoscritta, un codice oggi preservato alle Royal Armouries di Leeds, in Inghilterra, con il numero di catalogo I.33.

Il codice I.33 è oggi famoso soprattutto fra le migliaia di appassionati di scherma storica che in tutto il mondo, nel corso degli scorsi venti o trent’anni, si sono cimentati con la difficile interpretazione delle numerose tecniche trattate nei 32 fogli di pergamena che sono sopravvissuti (l’opera completa era certamente più ampia, ma alcuni fogli sono purtroppo andati perduti). Tuttavia, I.33 merita di essere studiato da molti punti di vista che vanno ben oltre il solo livello dell’interpretazione pratica tecnico-schermistica: questo codice, ancora troppo poco studiato in ambito accademico, rappresenta infatti un unicum di grande rilevanza per la storia intellettuale dei saperi tecnici e scientifici, la storia dell’arte, la storia sociale dell’Europa occidentale nel tardo Medioevo, la cultura materiale, la codicologia e la paleografia, il latino medievale, ecc.

Negli ultimi anni, l’adozione di veri e propri approcci scientifici al I.33 (e ai molti altri scritti sul combattimento prodotti tra Basso Medioevo e Rinascimento) ha portato alla realizzazione di importanti ricerche e pubblicazioni in sede internazionale (soprattutto in Inghilterra, Francia, Svizzera, Germania e Finlandia; si veda ad esempio l’ottima edizione critica dello stesso I.33, prodotta da F. Cinato e A. Surprenant, Le Livre de l’Art du Combat – Liber de arte dimicatoria, Parigi: CNRS Éditions, 2015). Si deve invece riconoscere che l’Italia, nonostante la presenza di alcuni lavori interessanti (in primis A. Morini, R. Rudilosso, F. G. Giordani, Manoscritto I.33, Rimini: Il Cerchio, 2012), è ancora un poco indietro da questo specifico punto di vista. Per questa ragione, nel 2021 il Maestro d’Armi Davide Lazzaroni (Commissario Tecnico dell’Accademia Nazionale di Scherma e Responsabile Tecnico del Club Scherma Apuano , Accademia Point) e il Dr Jacopo Bisagni (studioso di filologia latina medievale e celtica presso l’Università di Galway) hanno dato vita al “Progetto Lutegerus”, avviando un intenso lavoro di studio teorico e pratico sul manoscritto  (compreso un lavoro di studio diretto sul testo originale conservato a Leeds), che continua tuttora e che si protrarrà negli anni a venire.

È in questo contesto che l’associazione Collegium Lunae, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Scherma, ha organizzato una giornata di studi internazionale dedicata al I.33 svoltasi il 7 luglio 2023 nella sede dell’Accademia di Belle Arti di Carrara

Il progetto coniuga l’eccellente competenza tecnica del M° Lazzaroni nell’ambito della pratica della scherma storica con le conoscenze professionali del Dr Bisagni relative allo studio dei manoscritti e della storia culturale del Medioevo. Uno degli scopi di questo progetto è di superare il lavoro pur meritorio ma talvolta “impressionistico” che viene spesso svolto in sala d’arme; siamo infatti convinti che solo una cooperazione interdisciplinare tra la competenza schermistica e il rigore della ricerca accademica in area storico-filologica possa portare a risultati scientificamente validi.

L’aggettivo scientifico non è da intendersi nel senso di ‘raggiungimento di risultati certi, indiscutibili’; al contrario, specialmente nell’ambito degli studi storici, la validità scientifica non si misura tanto in termini di risultati, quanto di metodo e di processo conoscitivo. Per essere considerato scientifico (e quindi realmente utile alla comunità degli studiosi), uno studio deve: (1) seguire una metodologia chiara ed esplicita; (2) documentare in maniera rigorosa la raccolta dei dati e rendere disponibili i dati stessi; (3) motivare e supportare nel modo più trasparente ed esaustivo possibile le conclusioni tratte dai dati raccolti, distinguendo attentamente tra ciò che è certo/probabile da ciò che rimane invece soltanto possibile/ipotetico.

È in questo contesto che l’associazione Collegium Lunae, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Scherma, ha organizzato una giornata di studi internazionale dedicata al I.33 (link alla pagina del sito) svoltasi il 7 luglio 2023 nella sede dell’Accademia di Belle Arti di Carrara